Olio Extra Vergine di Oliva
Gran Pregio
L’Olio Extra Vergine di Oliva da Agricoltura Biologica Gran Pregio nasce da un’attenta selezione delle migliori olive della cultivar Coratina e Peranzana, raccolte nei fondi agricoli a conduzione familiare, grazie alle esperienze tramandate di padre in figlio.
La terra in cui nasce l’Olio Gran Pregio è a nord di Bari, nella culla di uliveti secolari a ridosso del mare Adriatico. Qui i terreni fertili ed il clima dolce e profumato del mare contribuiscono a produrre un olio dalle proprietà organolettiche particolari.
Alle peculiari caratteristiche del territorio si aggiunge una cura esasperata nella metodica di tutte le fasi di lavorazione, dalla potatura delle piante alla raccolta manuale sugli alberi.
L’olio così ottenuto possiede proprietà olfattive e gustative di altissimo livello, nonché una carica fenolica molto elevata e, quindi, notevoli caratteristiche antiossidanti.
Le varietà del nostro Olio
Extra Vergine d’oliva
Certificazioni
Il termine Biologico può essere utilizzato nella denominazione di vendita del prodotto che possiede un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%. Il restante 5% deve rientrare, comunque, in un lista ristretta di ingredienti agricoli convenzionali ammessi dall’allegato IX del Regolamento (CE) 889/08.
L’uso del logo europeo è obbligatorio per tutti i prodotti bio confezionati, con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%, prodotti e coltivati all’interno della UE.
Oltre al nuovo Logo Comunitario è obbligatorio indicare l’origine geografica delle materie prime (Agricoltura UE/non UE).
La denominazione di origine protetta, meglio nota con l’acronimo DOP, è un marchio di tutela giuridica della denominazione che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
[…]“Si intende per «denominazione d’origine», il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.”
I prodotti biologici sono regolamentati negli Stati Uniti con una specifica Legge Federale, in vigore dal 21 febbraio 2001, conosciuta come NOP (National Organic Program) e gestita dall’USDA.
Fin dall’inizio della sua applicazione, gli operatori che intendevano vendere negli Stati Uniti erano tenuti ad ottenere la specifica certificazione emessa da OdC accreditati direttamente dall’USDA (il CCPB fu il primo organismo italiano ad ottenere questo accreditamento).
A seguito di un lungo processo di negoziazione tra i servizi della Commissione Europea e quelli dell’USDA, nel febbraio 2012 è stato siglato un accordo di partenariato tra le due sponde dell’atlantico, sulla base del quale i due sistemi si riconoscono equivalenti, e quindi i prodotti biologici certificati secondo le norme vigenti in uno dei due paesi possono essere commercializzati liberamente e potranno fregiarsi del logo biologico previsto dal paese di destinazione.
Dal 2002 le norme “JAS – Japan Agricultural Standards“, prevedono che i prodotti biologici debbano essere certificati da un Ente Giapponese (RCO Registered Certification Organisation) o estero (RFCO Registered Foreign Certification Organisation), registrato presso il MAFF, il Ministero dell’Agricoltura del Giappone, e devono riportare in etichetta il logo JAS oltre al nome dell’ente di certificazione autorizzato.
ICEA, autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura giapponese dal 7 luglio 2003, autorizzazione rinnovata il 22/12/2006, in qualità di Organismo di Certificazione Estero Registrato, permette agli operatori certificati di apporre il logo JAS sull’etichetta dei prodotti, introdotto come marchio di qualità per tutelare il consumatore ed il mercato giapponese.
Certificazioni
Il termine Biologico può essere utilizzato nella denominazione di vendita del prodotto che possiede un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%. Il restante 5% deve rientrare, comunque, in un lista ristretta di ingredienti agricoli convenzionali ammessi dall’allegato IX del Regolamento (CE) 889/08.
L’uso del logo europeo è obbligatorio per tutti i prodotti bio confezionati, con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%, prodotti e coltivati all’interno della UE.
Oltre al nuovo Logo Comunitario è obbligatorio indicare l’origine geografica delle materie prime (Agricoltura UE/non UE).
La denominazione di origine protetta, meglio nota con l’acronimo DOP, è un marchio di tutela giuridica della denominazione che viene attribuito dall’Unione europea agli alimenti le cui peculiari caratteristiche qualitative dipendono essenzialmente o esclusivamente dal territorio in cui sono stati prodotti.
[…]“Si intende per «denominazione d’origine», il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.”
I prodotti biologici sono regolamentati negli Stati Uniti con una specifica Legge Federale, in vigore dal 21 febbraio 2001, conosciuta come NOP (National Organic Program) e gestita dall’USDA.
Fin dall’inizio della sua applicazione, gli operatori che intendevano vendere negli Stati Uniti erano tenuti ad ottenere la specifica certificazione emessa da OdC accreditati direttamente dall’USDA (il CCPB fu il primo organismo italiano ad ottenere questo accreditamento).
A seguito di un lungo processo di negoziazione tra i servizi della Commissione Europea e quelli dell’USDA, nel febbraio 2012 è stato siglato un accordo di partenariato tra le due sponde dell’atlantico, sulla base del quale i due sistemi si riconoscono equivalenti, e quindi i prodotti biologici certificati secondo le norme vigenti in uno dei due paesi possono essere commercializzati liberamente e potranno fregiarsi del logo biologico previsto dal paese di destinazione.
Dal 2002 le norme “JAS – Japan Agricultural Standards“, prevedono che i prodotti biologici debbano essere certificati da un Ente Giapponese (RCO Registered Certification Organisation) o estero (RFCO Registered Foreign Certification Organisation), registrato presso il MAFF, il Ministero dell’Agricoltura del Giappone, e devono riportare in etichetta il logo JAS oltre al nome dell’ente di certificazione autorizzato.
ICEA, autorizzato dal Ministero dell’Agricoltura giapponese dal 7 luglio 2003, autorizzazione rinnovata il 22/12/2006, in qualità di Organismo di Certificazione Estero Registrato, permette agli operatori certificati di apporre il logo JAS sull’etichetta dei prodotti, introdotto come marchio di qualità per tutelare il consumatore ed il mercato giapponese.